Stabilizzazione precari Giustizia: il PNRR mantiene la promessa entro il 2026

Stabilizzati nella giustizia, giustizia nella stabilità: il PNRR mantiene la promessa

“Stabilizzazione precari Giustizia – Documento programmatico di finanza pubblica e PNRR”

C’è una parola che, per migliaia di lavoratori del Ministero della Giustizia, ha il sapore della dignità ritrovata: stabilizzazione.

Dopo mesi di incertezze, attese e mobilitazioni, finalmente si intravede all’orizzonte una svolta concreta. Le parole del Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le Politiche di coesione, Tommaso Foti, hanno acceso una speranza fondata: la procedura per la stabilizzazione dei precari del settore giustizia è ufficialmente partita.

Un annuncio accolto con “grande soddisfazione” anche dal Senatore Salvo Sallemi, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Madama, che ha parlato senza mezzi termini di un “risultato storico”. Parole che pesano, se si guarda alla portata della decisione e al significato sociale e istituzionale che essa comporta.

“Stabilizzare 17mila lavoratori – ha dichiarato Sallemi – non è solo un atto di giustizia sociale verso persone che da anni servono con dedizione le nostre istituzioni, ma rappresenta un segno tangibile della concretezza e dell’attenzione che questo Governo dedica al mondo del lavoro e della giustizia”.

Ma c’è di più. Non si tratta solo di intenzioni politiche: la manovra finanziaria 2026, attraverso il Documento programmatico di finanza pubblica (DPFP) approvato il 2 ottobre 2025, contiene un decreto collegato che conferma, nero su bianco, l’intenzione di procedere con la stabilizzazione. Non si fa menzione di cifre parziali. Questo dettaglio non è secondario: quando in un documento programmatico si parla di “stabilizzazione” senza specificare un numero, la deduzione logica è che si intenda l’intero bacino interessato.

L’arco temporale indicato per completare il processo – entro il 31 dicembre 2026 – coincide perfettamente con quanto dichiarato da Foti e ripreso da Sallemi. Le prime 10mila assunzioni sono già in fase avanzata. Per i restanti 7mila precari, si stanno predisponendo gli strumenti normativi e operativi necessari.

Non si tratta solo di burocrazia. Dietro questi numeri ci sono persone: amministrativi, tecnici, esperti, professionisti che, insieme al personale di ruolo, hanno tenuto in piedi il sistema giudiziario italiano durante le difficoltà pandemiche e nella corsa all'attuazione del PNRR. La loro stabilizzazione è un atto dovuto, ma anche una visione strategica, che rafforza il capitale umano della giustizia.

Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha nel frattempo diffuso dati incoraggianti sulla riduzione dei tempi delle cause, a testimonianza che il cambiamento è già in atto. In questo quadro di riforme, il personale stabile e motivato rappresenta l’architrave su cui costruire un sistema giudiziario più rapido, accessibile ed efficiente.

Per anni, la parola "precario" ha significato instabilità, incertezza, invisibilità. Oggi, grazie a una combinazione rara di volontà politica, programmazione economica e rispetto istituzionale, quella parola inizia a lasciare spazio a una nuova grammatica del lavoro pubblico: dignità, continuità, futuro.

Un piccolo passo nei documenti ufficiali. Un grande passo verso la giustizia nella giustizia.

di Redazione Poesia Economia

Fonte:

XIX LEGISLATURA Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 540 di mercoledì 1° ottobre 2025

GIUSTIZIA. STABILIZZAZIONE PRECARI E RIDUZIONE TEMPI CAUSE RISULTATO STORICO


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