AIDC dice no alla proroga sulla mediazione civile


Marco Rigamonti
Altolà alle richieste di proroga della mediazione civile. L'AIDC (Associazione Italiana Dottori Commercialisti) per bocca del suo Presidente Marco Rigamonti interviene su quanto anticipato da alcuni organi di stampa, in merito alla richiesta da parte del CNF (Consiglio Nazionale Forense) di rinviare l'entrata in vigore della norma sulla conciliazione, prevista per il prossimo 20 marzo, per una serie di ragioni tra cui la scarsa preparazione della categoria. "E' grottesco che gli Avvocati dopo aver tentato di boicottare la norma sulla mediazione civile ora ne chiedano la proroga dell'entrata in vigore perché non si sentono pronti". Rigamonti si rivolge direttamente al Ministero della Giustizia: "La loro richiesta e' irricevibile e va respinta al mittente, dal momento che le altre categorie professionali interessate, dottori...


...commercialisti in primis, ma anche Camere di Commercio ed enti privati che hanno investito risorse e tempo, sono pronte da subito a dare il proprio contributo. E che dire di tutti i soggetti che hanno frequentato corsi di aggiornamento e che ora sono a tutti gli effetti mediatori?" AIDC, che affronterà il tema nel suo primo meeting nazionale il 4 marzo a Bari, conclude: "Il progresso civile e le riforme non devono arrestarsi di fronte a basse logiche corporativistiche".

Fonte: AIDC

Commenti

  1. Caro utente Lei chiede:
    Qual' e' il vero motivo di tutto questo interesse?
    E poi Lei stesso risponde in modo "passivo" focalizzando l'attenzione solo su elementi estranei e non veritieri per tutti, che rispecchiano solo ed esclusivamente la Sua opinione. In ogni caso preferiamo non entrare nel merito, perchè le Sue affermazioni sembrano chiuse ad ogni eventuale dibattito, fermo sull'ideologia di parlare contro questo nuovo istituto giuridico, senza soffermarsi realmente sui tantissimi potenziali benefici che invece ne deriverebbero.
    Se vuole aprirsi ad una sana discussione, saremo lieti di accettare ulteriori commenti costruttivi, dove ad ogni affermazione Lei può concretamente dimostrare quello che dice, oppure se preferisce può inviarci un Suo articolo (firmato nome e cognome) allegando anche una Sua foto all'indirizzo e-mail che trova alla pagina Redazione; saremo lieti di pubblicare le sue personali opinioni.
    La ringraziamo per La Sua attenzione, cordiali saluti La Redazione
    Poesia Economia

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  2. Una settimana di corso?
    No!
    Sono 54 ore!
    54 ore relative a tecniche di mediazione e gestione dei conflitti che si incardinano nel già corposo bagaglio culturale di un professionista, possono farne un discreto mediatore nelle materie di sua specifica competenza. A ciò si aggiunga l’aggiornamento periodico obbligatorio per legge da farsi con cadenza biennale.

    SE POI MANCA IL PROFESSIONISTA A MONTE ma c’è solo un giovanotto che, passo dopo passo, ha conseguito una laurea e, non vogliamo sapere come, ha conseguito un’abilitazione professionale (lo stesso lombardissimo ministro gelmini si è abilitato in CALABRIA) c’è poco da fare. In tal caso non c’è corso che tenga.

    Le convenzioni posso esserci tra un’azienda ed un organismo ma:
    l’organismo risponde per dolo e colpa grave di ogni suo dipendente, collaboratore, incaricato etc etc e, a garanzia di tale responsabilità deve depositare una polizza in fase di accreditamento che copra 500.000 euro
    a ciò si aggiunga la deontologia e la correttezza del professionista incaricato e, ovviamente, la sua responsabilità professionale.

    Mediazione dinanzi al giudice: si ma i giudici non hanno il tempo materiale per interrogare i testi e delegano agli avvocati tale fase delicatissima e fondamentale, figurarsi tentare di ammorbidire i toni e cercare di ricomporre la lite.

    Costi scaricati sulle parti in lite?
    Se non si sa di cosa si sta parlando potrebbe apparire così!
    Chi sostiene ciò trascura il credito di imposta attribuito alle parti che partecipano al procedimento:
    tale previsione azzera il costo in capo ai privati dato che il credito copre il 100% delle spese sostenute, almeno per la maggior parte delle liti; discorso a parte merita il caso in cui a sostenere le spese sia un’impresa dato che in tal caso si avrebbe un effetto leva: al credito di imposta si sommerebbe la deducibilità fiscale delle spese generando un arricchimento in capo a chi sostiene le spese oggetto di credito di imposta.

    Giudici di pace????
    Mi si perdoni la battuta ma credo si debbano definire “giudici di guerra”.
    Del resto non saprei come definire un soggetto che percepisce la sua remunerazione in misura pari al numero di sentenze emesse.
    Che interesse ha il giudice di pace a conciliare la lite?

    A questo punto la domanda mi sorge spontanea:
    ma qual è l’interesse ed il pensiero dei cittadini e delle imprese?????
    Qualcuno di quelli che sbandierano proclami contro la mediazione civile è forse un’associazione di categoria di imprese o consumatori?
    Non mi pare
    Rema contro solo una certa tipologia di avvocati.
    Saluti Dott. Luigi Nicchio

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