Noi non scendiamo in piazza

Pina Farina -Presidente Noi Voci di Donne -
Caserta - ‘Se non ora quando…’, ‘Noi Voci di donne’ non scende in piazza. La presidente Pina Farina: “Rispettiamo l’iniziativa ma non è con i sit in che si manifesta per difendere la dignità della donna”. L’annuncio della presidente di ‘Noi Voci di Donne arriva una manciata prima del fatidico 13 febbraio, da cui prende spunto il sit in a difesa della dignità delle donne e per dire “no” a modelli culturali che vuole la donna e la sua bellezza quale mero strumento di piacere di mercato. “La nostra dignità – dichiara Pina Farina – la difendiamo tutti i giorni attraverso il ruolo che svolgiamo sia in famiglia che nella società...(continua)
Non esiste esempio più valido del nostro vissuto quotidiano dove riusciamo tra innumerevoli difficoltà ad affermare la nostra dignità di madri e lavoratrici anche senza cedere a mortificanti richieste di compromessi vari. ‘Noi Voci di donne’ la sua lotta la combatte tutti i giorni attraverso il sostegno a donne che la dignità se la sono vista strappare contro il loro volere; la combattiamo attraverso il nostro sportello antiviolenza e confrontandoci tutti i giorni con le istituzioni. Ben venga questa comunione di intenti tra donne e soprattutto tra associazioni femminili, purchè si vada oltre la ‘manifestazione di piazza’, ma sedendoci allo stesso tavolo e analizzando scrupolosamente i problemi che oggi attanagliano il mondo femminile: un lavoro da cui dovrebbero emergere proposte serie e concrete da passare poi sulle scrivanie dei nostri legislatori”.

Dopo aver puntualizzato i motivi per cui ‘Noi Voci di donne’ non parteciperà al sit in di stamani, la presidente Farina pone l’accento sull’emancipazione femminile: “Nonostante i passi compiuti dalle donne verso la loro emancipazione, permane un grosso problema sociale, in quanto tuttora esistono differenze tra i due sessi e nonostante che molte donne siano lavoratrici e professioniste è ancora bassissimo il loro numero nelle varie istituzioni. E´questo il cancro da combattere, è questa la grande rivoluzione e battaglia da sostenere. ma non è attraverso manifestazioni che possiamo ottenere il cambiamento. Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, ma non è da questo che noi ci riconosciamo donne, perché non ci sentiamo rappresentate da questa categoria, non è l´indecente rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità, perché quelle donne, non rappresentano tutte le donne.

La donna da sempre ha affrontato battaglie per ottenere diritti che ancora oggi gli vengono negati, ma non possiamo tener conto, che nonostante ci rappresentano le nostre prerogative, come: sensibilità, capacità d´ascolto, concretezza, intelligenza, ecc ecc, le donne non riescono ad integrarsi perché non riescono a mettersi insieme, per il semplice fatto che tra donne c´è più competizione e sempre meno aggregazione. Per ottenere più risultati, è necessario che le donne si aggreghino, si mettere insieme, perché insieme si fa la forza, insieme si progetta e si agisce.

E´ necessario mettere Insieme, le intelligenze di chi sa cos'è la cura del luogo in cui si vive, di chi sa realmente quali sono i bisogni dei figli, per la loro istruzione, per il loro ed il nostro tempo libero, di chi crea relazioni basate sulla fiducia con responsabilità e sicuramente più trasparenza. Mettere a disposizione, le proprie conoscenze e la propria esperienza i vita e professionale a donne in difficoltà, donne senza diritti, pareri, desideri, pensieri ed emozioni, cercando così di costruire un domani diverso per loro e per tutte e promuovere e sostenere l´affermazione dell´autonomia culturale, professionale e politica delle donne al fine di accrescere la partecipazione femminile alla vita pubblica. Abbiamo appena lasciato un secolo che è stato segnato da grandi battaglie fatte dalle donne e riconosciute anche dalle più grandi espressioni come il grande filosofo Norberto Bobbio che ha affermato.

"L´unica rivoluzione riuscita del Novecento è stata quella delle Donne", lapidario come sempre il filosofo contemporaneo ha sintetizzato in poche parole un secolo di battaglie, di conquiste sociali, di quotidiane vittorie fatte di piccoli grandi passi. E nel 1963 Papa Giovanni XXIII nella sua enciclica Pacem in terris indicava nell´avanzata della donna un "segno dei tempi" e le riconosceva solennemente il diritto al lavoro come parte essenziale della sua personalità.

Fonte: Comunicato Associazione Noi Voci di Donne (Addetto stampa - Teresa Gentile)

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